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Visualizzazione dei post da aprile, 2022

STORIA DEL SECONDO COGNOME: IL SOLITO "CASO" ITALIANO

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Alla luce dei recenti accadimenti italiani era impossibile non pensare (e ne sorrido amaramente), al personaggio dell’istrionico Checco Zalone che, in una scenetta del suo lungometraggio Quo Vado , a colloquio con la fantomatica Dottoressa Sironi esclamava, rivolto al collaboratore brizzolato di quest’ultima: «Ho visto che era femmina e ho detto: è la segretaria!» . Ma rifletto anche sulla vicenda dell’astronauta italiana Samantha Cristoforetti la quale, prontissima per affrontare la sua seconda missione spaziale, alla domanda del tutto inopportuna: «A chi lascerà i suoi figli?» , ha risposto caparbiamente ma con tutta la sincerità del mondo: «A loro penserà il mio compagno». Da qui, il solito, irragionevole turpiloquio (tra l’altro, ahimè, quasi tutto al femminile) di critiche, accuse, invettive. Samantha Cristoforetti in missione Fatta questa doverosa e piccata premessa, mi preme osservare come in questi giorni sia finalmente caduto uno degli stereotipi più radicati e più maschilisti

ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS DI UGO FOSCOLO - CONSIDERAZIONI SULLA MAGNIFICENZA DI CERTI AUTORI ITALIANI

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Vi sono alcuni testi che si è soliti inserire nei programmi scolastici e che, non di rado, complici la forma mentis non ancora matura degli studenti e, talvolta, (permettetemi, senza polemica!) l’inettitudine di taluni insegnanti, finiscono per essere letteralmente odiati anche dalla platea più preparata degli allievi. È così che, almeno per alcune opere, sarebbe opportuno riproporne la lettura in un momento successivo della vita, semplicemente perché in questo modo si è in grado di comprenderne appieno il senso e la bellezza. Ciò è esattamente quello che ha fatto la sottoscritta con questo volumetto (solo dal punto di vista della consistenza materiale) di Ugo Foscolo della Bompiani , tra le edizioni speciali de L’Espresso di cui ho particolarmente apprezzato anche la delicatezza della copertina che reca riprodotta l’opera del Maestro francese Théodore Géricault Ritratto di un artista nel suo studio , esposta al Louvre di Parigi. Ultime lettere di Jacopo Ortis è uno di quei cl

L'ITALIA LIBERATA

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25 Aprile - Festa della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo: da quel giorno ogni nostro diritto ha preso consistenza e ci ha resi quelli che siamo oggi.  Il brano di seguito è divenuto il simbolo perpetuo di ciò che fu ed è stato capace di unire generazioni diverse ma accomunate da un  imprescindibile comune de nominatore: la democrazia.  A questo punto ogni parola diventa superflua. Pertanto, m i taccio . Bella Ciao  Una mattina mi sono alzato O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao Una mattina mi sono azalto E ho trovato l'invasor O partigiano, portami via O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao O partigiano, portami via Ché mi sento di morir E se io muoio da partigiano O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao E se io muoio da partigiano Tu mi devi seppellir E seppellire lassù in montagna O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao E seppellire lassù in montagna Sotto l'ombra di un bel fior Tutte le genti che passeranno O bella ciao, be

JANE EYRE: UN ROMANZO DA LEGGERE TUTTO D'UN FIATO

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Non sono solita occuparmi di recensioni, generalmente consento di farlo a studiosi accreditati oppure ad eruditi fruitori della materia letteraria sfruttando la formula nota con "a ognuno il suo". Tuttavia, quest’oggi vorrei sottoporre alla vostra attenzione qualche personalissima impressione su un testo abbastanza noto che ho terminato da qualche tempo e che ho trovato ricchissimo di spunti. Mi riferisco al romanzo Jane Eyre della talentuosa scrittrice britannica Charlotte Brontë edito da Edizioni Crescere. Inutile dire che su questo bel volume corposo sono stati scritti fiumi d’inchiostro, pertanto non starò qui a tediarvi con tecnicismi stilistici o fronzoli grammaticali. Vorrei invece concentrarmi sulla centralità, ( accanto a Jane  ovviamente), degli altri due protagonisti della vicenda: Mister Edward Rochester e St. John River. Il primo è, senza dubbio, una delle migliori e ben costruite figure maschili in cui la sottoscritta abbia avuto il piacere di imbattersi

CASO STEFANO CUCCHI: FINALMENTE IL PUNTO.

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  Il 5 aprile scorso si è finalmente conclusa una delle peggiori vicende di cronaca giudiziaria degli ultimi anni e si è fatta piena luce su un caso ormai tristemente noto. Mi riferisco alla vicenda del geometra romano Stefano Cucchi che perse la vita nel 2009 mentre si trovava sottoposto alla custodia cautelare perché trovato in possesso di stupefacenti. Lungi da me analizzare in questa sede il merito della sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha condannato gli ormai non più presunti colpevoli, volevo solamente offrire ai miei pazienti lettori qualche considerazione. Da quel 22 ottobre 2009 sono trascorsi ben tredici anni; anni in cui l’opinione pubblica ha avuto modo di conoscere, seppure solamente attraverso i media, una famiglia unita e fortemente desiderosa di giustizia. Una famiglia distrutta presa per mano soprattutto da una giovane donna, Ilaria, che non si è mai arresa davanti a quello che a tutti i costi si voleva far passare, con l’utilizzo dei più svariati e
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  3:32 A.M.  L'AQUILA, TREDICI ANNI FA. Trecentonove lugubri, tristissimi rintocchi di campana: tanti sono stati quelli che hanno squarciato il velo della scorsa notte nel capoluogo abruzzese. Sono trascorsi tredici lunghi anni da quell'evento maledetto e sono convinta che i cittadini dell’Aquila ancora ne ricordino nitidamente ogni minimo dettaglio. Immagino rimarrà per sempre indelebile nei loro cuori per ciò che hanno perduto, per il terrore, per le vite che si sono tristemente spezzate, per le macerie che ancora non sono state rimosse. La morte è giunta all’improvviso, dapprima silenziosa e poi ha deflagrato in un boato capace di sfondare gli edifici, oltre che i timpani e che ha trascinato nel suo implacabile vortice 309 persone. In questa giornata di lutto vorrei dedicare un umile e sentito omaggio agli aquilani, con l’augurio che le istituzioni si ricordino di loro non solo nelle commemorazioni, ma soprattutto in termini di concreta e fattiva ricostruzione, affinché