3:32 A.M.  L'AQUILA, TREDICI ANNI FA.

Trecentonove lugubri, tristissimi rintocchi di campana: tanti sono stati quelli che hanno squarciato il velo della scorsa notte nel capoluogo abruzzese.

Sono trascorsi tredici lunghi anni da quell'evento maledetto e sono convinta che i cittadini dell’Aquila ancora ne ricordino nitidamente ogni minimo dettaglio. Immagino rimarrà per sempre indelebile nei loro cuori per ciò che hanno perduto, per il terrore, per le vite che si sono tristemente spezzate, per le macerie che ancora non sono state rimosse.

La morte è giunta all’improvviso, dapprima silenziosa e poi ha deflagrato in un boato capace di sfondare gli edifici, oltre che i timpani e che ha trascinato nel suo implacabile vortice 309 persone.

In questa giornata di lutto vorrei dedicare un umile e sentito omaggio agli aquilani, con l’augurio che le istituzioni si ricordino di loro non solo nelle commemorazioni, ma soprattutto in termini di concreta e fattiva ricostruzione, affinché la loro splendida città torni ad essere davvero quella di un tempo.

 


MAGNITUDO X

 Tremano queste mura

Come pagine di pergamena

Tra le mani antiche

di infaticabili amanuensi.

 

Tremano questi cuori

come gocce di rugiada fresca

sulle foglie rossastre

di un autunno carico di nebbia.

 

Che frastuono il silenzio stasera!

Silenzio che fa paura.

Sa di vita e di morte assieme.

Fa il fiato più corto.

 

Oscure polveri tra le macerie.

Tremano senza requie

le membra e gli inani arnesi,

le mura e i cuori.

 

Attendendo la luce

di un’alba colma di malinconia

che conceda giustizia

ad ogni disincantata speranza.

 


Ilina Sancineti

 

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