GENTE DI DUBLINO DI JAMES JOYCE: LA NEGATIVITA' DELL'IMMOBILISMO MORALE E MATERIALE.
Nel suo scritto I barbari. Saggio sulla mutazione , Alessandro Baricco sostiene: «È un viaggio per viandanti pazienti, un libro». Viandanti che non hanno mire corsare da conquistatori e che intendono raggiungere orizzonti sconosciuti godendosi i percorsi, le albe ed i tramonti, saggiando la consistenza dell’aria dei luoghi nei quali transitano, deliziandosi dei piccoli momenti di finissima grazia che connotano le quotidianità del mondo. Viandanti lenti, ma non pigri. Indaffarati, ma mai sopraffatti dalla corsa infaticabile delle ore, dei giorni, degli anni. L’aforisma dello scrittore torinese si sposa perfettamente con il contenuto del volume Gente di Dublino di James Joyce, edito da Feltrinelli, un vero e proprio spaccato della realtà sociale che nei primi del Novecento caratterizzava l’uggiosa capitale irlandese. Tra le pagine dei quindici racconti che compongono il testo si muove sinuosa una miriade di stravaganti personaggi, le cui vite non s’intrecciano mai le une alle