L'ULTIMO GIOIELLO DI UN'AUTRICE TALENTUOSA: IL GIURAMENTO DELL'OMBRA DI KATJA PISCIONERI

 

Katja Piscioneri, ancora una volta, si presenta come autrice dalla capacità narrativa notevole e in grado di dar vita a storie avvincenti sullo sfondo delle quali si muovono le gesta di personaggi leggendari.

Dopo gli interessanti volumi L’Aquila di Larks (2023) e La maledizione di Draven: il ritorno dell'Aquila di Larks  (2024),  il neo pubblicato, Il giuramento dell’Ombra, si caratterizza per essere un'opera piuttosto complessa, dalle numerose sfaccettature.

Seguendo la guida del fedele comandante Mikha’El e del misterioso onnisciente Alsjáandi, Christian, Giulia e Leonardo vengono sottratti con la forza alla loro semplice e normale quotidianità e condotti nell’antico mondo che brama la loro ricomparsa.

Il trio dopo essere ritornato con fatica, sorpresa e dolore a vestire i panni rispettivamente di Gunnar Larks (sovrano di Larks) e dei redivivi Ivy Larks (L’Aquila) e Henrik Wrangler (il Leone Nero), scortato dall'onnisciente, si dirige frettolosamente verso l’antico regno di Larks ormai in rovina e minacciato da più fronti. Hanno un unico obiettivo: salvare la vita di Henrik Giulius, il figlio che Giulia e Leonardo hanno generato, ma non hanno mai conosciuto.

Ad attendere Giulia/Ivy c’è il vero Gunnar che, ormai in fin di vita, chiede ai presenti di custodire il regno e il giovane erede al trono, Henrik Giulius, sul quale incombe un’oscura e ancestrale maledizione.




« Mi… avete lasciato un… bambino e… io vi riconsegno un uomo… d’onore, come fu suo padre» si fermò per riprendere fiato, «ma… ma non salirà mai… sul trono» aggiunse. «La sua vita è… è in pericolo, ora lo vedo… lo vedo chiaramente, fratello mio».



La tragica e improvvisa scomparsa di Gunnar travolge Ivy/Giulia: la ragazza è affranta, disorientata dai deliri di quel mondo così lontano dal proprio e, soprattutto, dalla somiglianza eccezionale tra Henrik e Leonardo la quale, più volte, la costringe a interrogarsi sui propri sentimenti. Chi è che ama davvero? Henrik Wrangler col quale generò Henrik Giulius oppure il medico Leonardo che è la sua perfetta copia moderna? La giovane Aquila si sente sospesa tra due universi paralleli e angosciata dai terribili presagi sul futuro. Inoltre, è tesa all’idea di rivedere tutte le persone che un tempo le furono care. Le sue sorelle, Arianna e Irha, sono profondamente cambiate. La prima ha abbandonato suo marito Liam e suo figlio Sigur, lasciandosi andare a una vita frivola e vuota, fatta di piaceri carnali e terribili tradimenti famigliari. La seconda è moglie rispettosa del guerriero Ivar Zakarion e madre amorevole di Sophie a sua volta sposa del perverso e inutile Yannick e madre di tre piccole creature.

Ma il momento dei sentimentalismi appare assai breve: di concerto con Mikha’El, il gruppo decide che l’ultimo saluto a Gunnar coinciderà con il momento del loro ingresso a Larks: così facendo, la profezia che tutti nel regno attendono con trepidazione avrà modo di compiersi. Apparsi dal nulla tra tremori di terra e cieli oscuri solcati da saette, l’Aquila e il Leone si mostrano al loro popolo con la promessa di riportare pace e prosperità. L’incontro tra Ivy/Giulia e suo figlio Henrik Giulius è commovente, carico d’amore e gioia. Così come carico di commozione è quello tra Henrik/Leonardo e Liam che non si è mai rassegnato alla prematura scomparsa del suo fratellastro nonché più caro amico.



«Miei Signori, come la profezia ha predetto, siete tornati per riportare l’ordine nel Caos».




Anche il tempo è nemico della compagnia di ventura: Draven Ala di Corvo ha intenzione di risvegliare Kostros, Dio del Caos e di uccidere Henrik Giulius per impedire che il giovane salga sul trono e intralci i suoi propositi di vendetta e le sue «manie di grandezza». Nonostante il pericolo incombente, la testarda Giulia si rifiuta di attendere l’attacco dell’oscuro stregone standosene trincerata tra le mura della sicura Larks e, seppure messa in guardia da Mikha’El, decide di accettare l’invito del Lodarco, il capovillaggio, e di unirsi al popolo per i festeggiamenti in onore del ritorno dei redivivi dal Regno degli dèi della Notte Eterna. Ma la trappola è perfettamente innescata e la giovane Aquila finisce per caderci: Draven, infatti, prese le sembianze del Lodarco, tenta di ucciderla riuscendo, però, soltanto a ferirla gravemente a una spalla.



«L’Aquila ferita dal dardo, si inginocchierà ai piedi del nemico tra vergini fiamme, e il Nero Leone ruggirà rabbioso e dolente. I corvi solcheranno i cieli e un nero drappo ammanterà queste terre».



Turbato (e sorpreso) dalla resistenza fisica e mentale della giovane e dall’amore sconfinato che Leonardo prova per lei, Draven si risolve a utilizzare un nuovo stratagemma distruttivo: colpire l’Aquila negli affetti più profondi. È così che riesce a insinuarsi nello spirito tormentato dal rimorso di Arianna la quale, ingannata dal suo potere diabolico e certa di non avere più alcuna speranza di redenzione, si getta dalla torre del castello sotto lo sguardo attonito e disperato dei membri della sua famiglia. Dopo la sua prematura scomparsa, tutti comprendono di essere possibili pedine manovrabili da Draven per ottenere ciò che vuole: arrivare a Henrik Giulius. Così, per tenerli al sicuro, Ivar si vede costretto ad accettare l’invito di Hora, moglie di  Mikha’El, e permettere alla sua famiglia di recarsi nella Terra dei Veggenti dove nessuno potrà far loro del male.

Intanto, a Larks fervono i preparativi per l’imminente battaglia: Ivy/Giulia è preda di mistiche visioni, il rapporto tra Leonardo e Christian comincia a incrinarsi per via della gelosia del primo suscitata dal profondo rapporto d’affetto che lega Giulia all'amico terapeuta. Lo stesso onnisciente Alsjáandi comincia a comprendere di essere stato soltanto un’inutile strumento di un gioco molto più grande di lui: una disputa millenaria che non ha fatto altro che ingannare due mondi, quello mortale e quello immortale.


«Io sono vostro pari, madre. Ma vi giuro che non sarò mai come voi e i vostri fratelli, né come mio padre. Ora andate, scappate dal Caos che avete creato. Il gioco è finito. Riporterò io l’Equilibrio, o perirò nel tentativo».



Per fermare l’avanzata di Ala di Corvo che riesce a scrutare tutto ciò che avviene nel regno attraverso il potere del fuoco infusogli da Kostros,  la compagnia decide strategicamente di dividersi inscenando un tradimento ai danni di Larks e di Henrik Giulius: Ivar e Yannick fingono di recarsi nella Terra dei Veggenti per recuperare Ihra, Sofia e i  bambini, Liam e Sigur si dirigono verso Tasankojenherra la cui parte orientale spetta a Sigur di diritto, mentre Henrik/Leonardo parte per Grontodden, terra dei Wrangler. A difendere le mura di Larks rimangono solamente Giulia, Christian e Henrik Giulius, il quale, dopo aver appreso la vera identità di Alsjáandi manifestatosi al trio e svelata loro la profezia che riguarda il futuro erede al trono, si vede costretto a confessare un segreto che, da molti anni, è in attesa di essere svelato: i figli di Sofia non sono di Yannick, ma i suoi. Da tempo, infatti, i due sono profondamente innamorati tanto da aver generato ben tre creature. In quanto suoi eredi, la maledizione, rischia di modificarsi e di abbattersi su di loro.

Dopo un primo momento di smarrimento, il trio decide comunque di mettersi all’opera per cominciare a prepararsi all’offensiva di Draven che, come da previsioni, non manca di verificarsi: proprio mentre le difese di Larks sembrano essere al collasso, tutti i condottieri, armati fino ai denti, si mescolano alla battaglia dando manforte all’esercito regio e riuscendo a sferrare un tremendo attacco all’esercito di Ala di Corvo che si vede costretto a ripiegare per ricompattare i ranghi. Seguono giorni difficili, fatti di sangue, sacrificio, fatica, litigi e recriminazioni nei quali nessuno, a parte Christian (distrutto dalle visioni di guerra), si risparmia di offrire il proprio personale contributo: Leonardo cerca di portare cure ai feriti, Ivar, Liam, Sigur e Henrik Giulius si dedicano a gestire le file dell’esercito ancora operative. Giulia, invece, rifocilla il popolo e i soldati. Proprio durante una delle sue provvidenziali incursioni nelle cucine semidistrutte del castello, si imbatte in un bambino, «uno scricciolo tutto pelle e ossa con il viso sporco di lacrime e terriccio, con gli occhi arrossati e pieni di urgenza» che, con voce accorata, la implora di seguirlo per liberare sua madre e il suo fratellino vittime di un incidente sulla strada del villaggio. Incurante del pericolo che corre, ancora una volta, Giulia si precipita in soccorso della famiglia ma non immagina che ad attenderla c’è il famigerato Draven Ala di Corvo.

Avvertiti immediatamente da Sigur della disfatta, il gruppo si muove ovunque alla ricerca dell’Aquila la quale, tuttavia, sembra essere svanita nel nulla. Trascorrono ben cinque giorni, prima che Leonardo abbia una sorta di illuminazione scorrendo le pagine di un taccuino sul quale Giulia era solita annotare tutte le visioni che, di tanto in tanto, le annebbiavano la mente.



«Tutto finirà dove è cominciato. Vinceremo quando tutto sarà perduto, se sapremo interpretare i segni».




Interpretato il significato della premonizione, Leonardo, Ivar, Alsjáandi, Mikha’El, Christian e Henrik Giulius si lanciano alla ricerca disperata di Giulia e dei figli di Sofia e Henrik Giulius, rapiti anche loro. Lo scontro tra la compagine del Bene e quella del Male appare definitivamente inevitabile e sarà il sacrificio imprevisto (e imprevedibile) di un membro del gruppo a salvare tutti gli altri dalla catastrofe incombente e a restituire l'ordine. La conclusione dell'intera saga appare davvero al cardiopalma divisa tra scelte obbligate, libertà espresse, sentimenti vibranti e assottigliamento della linea di confine tra realtà e irrealtà.

Il tratto inconfondibile della Piscioneri regala ai propri lettori un volume interessate sotto molteplici aspetti: l’elaborazione delle complesse visioni di Giulia/Ivy si trasforma in simbolismo; la cronistoria degli eventi è precisa, mai meccanica e priva di logicità; la complessità dei tratti caratteriali dei personaggi, soprattutto di Alsjáandi e di Christian, risalta all’interno di una narrazione unica, ricca e coinvolgente. Ottima struttura linguistica e metalinguistica. Un libro (e una saga) da conservare gelosamente negli scaffali della propria libreria, una volta terminata la lettura, s'intende. 

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Se invece siete curiosi di conoscere il primo volume della saga, seguite i link di seguito!

https://ilcalamaioerrante.blogspot.com/2023/04/quando-la-calabria-scrive-di-fantasy.html


Ilina Sancineti

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