QUANDO LA CALABRIA SCRIVE DI FANTASY: L'AQUILA DI LARKS, L'ULTIMO TESTO DI KATJA PISCIONERI


Quando si entra in contatto con il mondo fantasy, di regola, sarebbe presumibile trovarsi di fronte agli usuali luoghi comuni spesso costituiti da esseri magici di ogni sorta, bacchette fatate e protagonisti al limite dell’inverosimile. Ebbene, state pur certi che nulla di tutto questo troverete nell’ultima fatica letteraria dell’autrice calabrese Katja Piscioneri. Il lavoro della cittanovese si articola in un bel volume distinto in tre parti: in ognuna di esse il lettore si immergerà in ambientazioni similmedievali che lo terranno letteralmente incollato alle pagine.

L’Aquila di Larks si apre con le vicende di Giulia, una giovane erborista toscana che trascorre un’esistenza tranquilla (addirittura quasi monotona), divisa tra il proprio lavoro, l’amore ormai scemato per Daniele e i giorni lieti assieme a due coinquiline.  Tuttavia, mentre le giornate si susseguono apparentemente serene, durante le notti Giulia vive incubi frequenti, popolati da leoni ruggenti e fiamme zampillanti che non le permettono di riposare adeguatamente e minacciano la sua stabilità psicologica.

Nella speranza di risolvere tale angoscioso problema, dopo qualche titubanza, la ragazza decide di partecipare ad un convegno sull’ipnosi regressiva tenuto dal famosissimo e affascinante professore Christian Balton. Quell’incontro risveglia in lei incubi peggiori tanto che, proprio nel corso di esso, accusa un malessere che la costringe a tornare a casa sotto una pioggia battente. Durante il rientro, Giulia è vittima di un gravissimo incidente d’auto e, stordita dal dolore fisico e dallo shock, perde i sensi.

Al suo risveglio, ogni cosa attorno a lei è mutata drasticamente: si ritrova catapultata in un luogo alieno, circondata dalle premure di due giovani donne, Arianna e Ihra, che hanno fattezze identiche a quelle delle sue coinquiline, ma atteggiamenti completamente diversi; vestono strani abiti, parlano con un inconsueto linguaggio referenziale e insistono nell'affermare che sono le sue sorelle.

Giulia è a dir poco sconcertata e crede di essere di nuovo preda delle sue visioni: questa volta, però, tutto è reale. L’avverarsi di un’antichissima profezia ha fatto in modo che lei si reincarnasse in qualche maniera in Ivy Larks, l’ultima figlia di Gunnar, signore e padrone di Tasankojenherra.



“Ciò che qui sarà un respiro non è destinato a finire, 

perché ciò che è eterno perdurerà nel tempo 

e attraverserà lo spazio e i mondi”.



A partire da questo momento, Ivy/Giulia sarà costretta a fare i conti con un mondo antico e retrogrado che la forzerà ad un adattamento repentino e, soprattutto, ad accettare un matrimonio combinato con Henrik Wrangler, rampollo di una delle famiglie più importanti del Regno di Kahden – Maanherra dove i due fratelli Morten sono in lotta tra loro per ottenerne l’incontrastata egemonia.

Ivy/Giulia tenterà in ogni modo di ribaltare la sua nuovissima condizione e di rifiutare l’unione con un uomo di un altro tempo che non ha mai conosciuto, mettendo a repentaglio più volte la propria vita con fughe rocambolesche ed atteggiamenti e linguaggio audacemente offensivi per quella strana epoca. Alla fine, tuttavia, con la guerra ormai alle porte, complice le pressioni del suo pseudo-padre Gunnar e l’indiscussa attrazione verso il fascinoso e coraggioso Henrik, sarà costretta a capitolare ed a cominciare ad accettare quella sua inattesa e straordinaria condizione di castellana.

La fine intelligenza della protagonista si scontrerà con un universo nel quale ogni elemento moderno è del tutto inesistente, bandito: non c’è traccia alcuna di tecnologia ed anche la mentalità appare fossilizzata in stereotipi che vedono la donna sottomessa al proprio padre o al proprio marito e nata con l’unico obiettivo di compiacere entrambi. Ivy/Giulia combatterà strenuamente tale visione androcentrica: non accetterà affatto di essere seconda ad un uomo e ne darà prova nel corso del romanzo, soprattutto nella parte finale, dove coraggiosamente assieme alle sorelle prenderà in mano le redini di un intero popolo. Dopotutto, loro sono le Aquile di Larks.

Se la Piscioneri all’apertura del volume, descrivendo le vicende amorose delle tre sorelle Larks, parte in sordina servendosi di una narrazione lenta e minuziosa, nei passi successivi del romanzo riserverà ai lettori infiniti colpi di scena che andranno dalle continue (e talvolta anche divertenti) schermaglie tra Ivy/Giulia e Henrik Wrangler, allo studiato assedio del castello di Larks ad opera degli uomini del minore dei fratelli Morten, fino a giungere alla battaglia finale tra i paladini del Regno e l’arrogante Kejil Morten. Per ovvie ragioni, non anticiperò nulla del finale: quello che posso dirvi è che l’ho trovato davvero disarmante e, per certi versi, commovente.

Tutti i personaggi del romanzo sono ben costruiti e magnificamente inseriti nell’ambiente similmedievale riprodotto dall’autrice con dovizia di particolari: in ognuno di loro è possibile notare un’evoluzione profonda che è ciò che, di regola, ci si aspetta da un libro ben fatto. Ho particolarmente apprezzato la figura di Liam, fratello “bastardo” di Henrik Wrangler per via della sua aria scanzonata che, in verità, funge da possente corazza pronta a nascondere il suo travagliato passato. Voglio rivolgere un ulteriore apprezzamento al sapiente utilizzo delle note a piè di pagina mediante le quali l'autrice ha chiarito il significato di termini (prettamente armi e varie componenti tecniche o di vestiario) talvolta oscure ai lettori che manifestano, ancora una volta, la cura e l'accortezza che ha dedicato alla redazione del testo.

Giulia è un’eroina modernissima inserita in un contesto antico: possiede la determinazione della donna del ventunesimo secolo quando impone la propria volontà, ha il cipiglio arrogante di un generale quando detta ordini per difendere il proprio esercito, ma possiede anche la dolcezza e la delicatezza di una giovane amante quando, dopo molte traversie, si concede al sentimento che prova per Henrik.

Valuto molto positivamente L'Aquila di Larks e ritengo che Katja Piscioneri sia una delle penne calabresi destinate ad avere grande successo negli anni a venire. Pertanto, un sincero in bocca al lupo all’Autrice!


Ti ho amato senza conoscerti.

Senza confini sei stato vita.

Senza corpo sei stato respiro.

Anima senza tempo sei stato mio.




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 Ilina Sancineti

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