TOMBE NASCOSTE IN CASE IN ROVINA, AMORI TERRIBILI, LIBRI MALEDETTI: L'OMBRA DEL VENTO DI CARLOS RUIZ ZAFÓN
Esse s’ammantano della brutalità dell'enigma intraducibile, di feroci inquietudini, di quella smania di riscatto che riesce a rievocare spettri oscuri da un passato tristissimo e sfortunato.
Eccellente e particolarissima è sicuramente la storia racchiusa nel
romanzo L’ombra del vento del compianto Carlos Ruiz Zafón edito da Mondadori.
Un racconto nel racconto quello dallo scrittore spagnolo che non risparmia colpi di scena e un finale che, soprattutto agli individui più emotivi, rischia di creare non pochi problemi.
La vicenda si snoda tra la prima e la seconda metà del secolo scorso, in una Barcellona «intrappolata sotto cieli di cenere e un sole vaporoso che si spandeva sulla rambla de Santa Mónica in una ghirlanda di rame liquido». La città è ancora parzialmente sfregiata dalla guerra, eppure viva e pulsante come poche altre metropoli al mondo. Ne sono testimonianza le numerose botteghe artigiane, i caffè, le belle strade affollate.
In questo caos di suggestioni, visioni, confusione e colori cangianti appare singolare il fatto che il narrato parta da un oggetto silente e solitario: un libro.
Si
tratta di un volume di primo acchito anonimo ed insignificante che il piccolo Daniel, il protagonista,
sceglie tra milioni di altri contenuti nel sacrario del Cimitero dei Libri
Dimenticati in cui suo padre, libraio e collezionista di testi antichi, lo
conduce quando è ancora un bambino. Una tappa obbligata da tenere assolutamente
segreta per proteggerne la preziosità. Una sorta di passaggio di consegne dalla
generazione precedente a quella successiva.
"L’ombra del vento" di un certo Julián Carax di cui Daniel diventa inconsapevole proprietario ha una storia eccezionale: a quanto pare, dell’enigmatico autore del manoscritto nessuno sembra avere notizie, neppure Don Gustavo Barceló uno dei più importanti librai antiquari di tutta la Spagna, cui Daniel e suo padre si rivolgono per chiarimenti e per far valutare il testo.
Ad infittire il
mistero vi è un’ulteriore circostanza: uno sconosciuto, dopo aver
meticolosamente rintracciato le pochissime copie rimaste in circolazione delle opere di Carax, si
diverte a bruciarle, cancellando così ogni traccia sia degli scritti che del suo autore.
Incuriosito dalle indiscrezioni raccolte, Daniel riesce prima ad avere altre delucidazioni da Don Gustavo e, successivamente, un colloquio con Clara Barceló,
nipote di quest’ultimo e femme fatale di dubbia moralità la quale, sfruttando
la delicatezza della sua condizione e le sue movenze di aggraziata ventenne, finisce
per rubare il cuore di Daniel per qualche tempo.
Clara si rivela essere una vera e propria intenditrice dell'enigmatico romanziere: purtroppo, dell’uomo si conoscono solamente pochissimi
dettagli contenuti in minute biografie pubblicate sui testi cui ha dato vita,
quasi tutti andati distrutti.
«Ma proprio quando sembrava che la fortuna girasse dalla sua
parte Carax era stato sfidato a duello nel cimitero di Père-Lachaise. I dettagli
non erano chiari; si sapeva solo che il duello era avvenuto all’alba del giorno
in cui Carax doveva sposarsi, e che lo sposo non si era mai presentato in chiesa».
Gli anni intanto trascorrono inesorabili ed aumenta il desiderio di Daniel di scoprire la verità su "L'ombra del vento".
Partendo da questo momento, il volume di Zafón si trasforma
in una sorta di caccia al libro: un uomo sfregiato è sulle tracce de "L’ombra
del vento" di Carax da diversi anni. A sua volta, il povero malcapitato è braccato da un antico nemico
che veste immeritatamente la pubblica divisa e non vede l’ora di vendicarsi di
lui per mettere a tacere per sempre un orribile passato.
Grazie all’aiuto di un personaggio costruito ad arte da Zafón,
l’eccentrico e colorito donnaiolo Fermín, nonché al coraggio della bellissima
Beatriz Aguilar, Daniel, pur comprendendo di mettere in pericolo la sua vita e
quella dei suoi cari, incomincia a dissipare la fitta rete di mistificazioni che aleggia
attorno alla figura di Julián Carax.
Un mistero fatto di cassette postali false, di lettere conservate
o mai consegnate al destinatario, di segreti non rivelati, di scambi di
identità, di violenze, di morti incredibili, di incesti inconsapevoli, di tombe
nascoste in case in rovina.
Ciò che cattura l’attenzione del lettore è proprio la
strabiliante sottotrama che si innesta nel narrato principale e rivela le tribolate
vicissitudini di un giovanissimo Julián, non ancora divenuto scrittore: dalla
solida amicizia con Miquel Moliner e Jorge Aldaya all’amore tormentato e,
infine, fatale per la dolcissima Penelope Aldaya; dalle ristrettezze pecuniarie
alla brevissima gloria economica; dagli speranzosi progetti per l’avvenire al tragico
crepuscolo di tutti i suoi sogni.
L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón è un romanzo
intenso, struggente, dalla trama poco convenzionale, qualche volta persino
a tinte fosche, ricco di dettagli e dalle indimenticabili descrizioni ambientali.
Ogni personaggio che gravita attorno a Daniel e Julián, protagonisti indiscussi dell’intera opera, è delineato ad hoc dall’autore e si inserisce perfettamente in tutti gli incastri narrativi. Il romanzo possiede una linearità senza pari priva di zone d’ombra e di artifici retorici. La circolarità della narrazione è tangibile e concreta: tutto ha inizio con una passeggiata sulle strade antelucane di Barcellona e tutto si conclude nello stesso luogo. Intuizione a dir poco geniale.
«Un giovane uomo […] tiene per mano un bambino di dieci anni
che ha gli occhi pieni di una misteriosa frenesia per la promessa fattagli dal
padre all’alba, la promessa del Cimitero dei Libri Dimenticati».
Ilina Sancineti
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