ESAMI DI MATURITA' 2023: OGGI LA PRIMA PROVA SCRITTA.


Al via nella giornata odierna, la prima prova dell'esame di maturità duemilaventitré (anche noto come esame di stato) per le nuove leve che costituiranno le fondamenta della società italiana del domani.

Per i nostri ragazzi questi saranno giorni impegnativi, accompagnati da ansie varie (ed eventuali), da timori, da quell’inconscio e giustificato senso di liberazione da un percorso di studi sembrato interminabile e che, in verità, è durato solamente cinque anni.

Cinque anni che, nel bene e nel male, sono rimasti, rimangono e rimarranno per sempre indelebili nell'animo di tutti. 

Con gli esami di maturità, indubbiamente, si procede alla chiusura di un ciclo esistenziale importantissimo: l'adolescenza, ormai al proprio definitivo crepuscolo, lascia svogliatamente il passo all'età adulta, al tempo delle responsabilità e della concreta costruzione della propria persona.

Per i diciottenni sarà la prima estate liberi dal pensiero scolastico incombente in autunno e l’ultima veramente spensierata.

Dal mese di settembre, gli occhi dei giovani italiani si apriranno su un mondo vasto ed ancora per loro del tutto sconosciuto: per moltissimi quello dell'agognata università, per tanti altri quello più immediato e concreto del lavoro.

Ricordo ancora, con quel sottile velo di malinconia che connota gli animi sensibili, il mio esame di maturità (nel lontano duemilatré): qualche notte insonne (in verità, meno di quelle che m'aspettassi); una lenta ripresa fisica dopo una degenza forzata (la sottoscritta non si è fatta mancare nulla e, a venticinque giorni dalla prima prova, ha accusato i sintomi dell'infezione sistemica contagiosissima VZV, meglio nota come varicella); i ripassi pomeridiani all'ombra dell'albero di gelso; l'appuntare concetti su foglietti volanti ascoltando gli Eiffel65; i meravigliosi e complessi testi di Ungaretti, Montale e Quasimodo a tenermi compagnia ed a forgiarmi; i bilanci aziendali con i relativi calcoli matematici provati e riprovati fino allo sfinimento.

E poi le risate, gli abbracci, le lacrime di preoccupazione, gli sguardi complici con i compagni di classe, le previsioni sugli argomenti d'esame (tutte irrimediabilmente sbagliate), il batticuore alla lettura delle tracce delle prove, l'insicurezza (talvolta l'amara consapevolezza) dell'aver reso molto meno di quello che si valeva effettivamente.

Qualche insegnante poco lungimirante e (adesso posso essere pienamente sincera senza temere ritorsione alcuna!) dall'intelletto piuttosto ristretto non avrebbe scommesso un centesimo sulla mia riuscita come essere umano: sia nella vita privata che nella professione. Troppo introversa, troppo accondiscendente, troppo ingenua. Diceva qualcuno.

Allo stato, mi piace immaginarli ad osservare i miei successi da lontano, con quel senso di affettuoso rammarico instillato nell'animo per l'aver fallito in quell'ingiusto pronostico che mi venne cucito addosso a soli diciott’anni e che io caparbiamente, con dedizione, amore e sacrificio ho del tutto ribaltato. A mio favore, s'intende.

Riflettendo con pensiero critico: quello è stato, senza dubbio, uno dei periodi più faticosi, ma anche più belli della mia esistenza.

Ho pochi e semplici consigli da dispensare ai nostri giovani: siate appassionati; inseguite sempre i vostri sogni, seppure possano apparire coloratissime chimere agli occhi degli altri; non fatevi influenzare sulle vostre scelte future; e, soprattutto, scegliete con ponderata calma il vostro percorso: da quello dipenderà tutto l'avvenire.

In bocca al lupo, maturandi!

Ilina Sancineti

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