GOD SAVE THE KING!
Tra un impegno ed un altro, sono riuscita a seguire attraverso i media alcuni dei momenti chiave: dall’unzione della persona del sovrano con l’olio santo proveniente direttamente dal Monte degli Ulivi di Gerusalemme, fino all’intronizzazione.
Sicuramente un rituale di stampo antichissimo che Carlo d'Inghilterra ha cercato in qualche maniera di snellire e modernizzare, ma che è composto per tradizione da particolari simbologie ritenute ineliminabili, alcune addirittura di origine medievale.
Quasi mistica e ricca di fascino è ad esempio la presentazione delle cinque spade sguainate: la Spada di Stato, la Spada della Giustizia temporale, la Spada della Giustizia spirituale, la Spada della Misericordia, la Spada delle offerte.
Né va trascurata, ovviamente, la valenza prettamente religiosa che l’evento riveste non solo per il proclamato re (ma già regnante effettivo dalla morte della regina Elisabetta II avvenuta l'8 settembre 2022), ma per tutto il Regno Unito (si ricordi, infatti, che Carlo III sarà anche a capo della Chiesa anglicana).
Quello che ha decisamente attirato la mia attenzione di spettatrice è stata l’espressione seria e austera del sovrano: sebbene si sia trattato di un momento di necessario passaggio al quale egli era indubbiamente preparato, nessuna emozione di gioia è sembrata trasparire dal suo volto per nulla fresco e piuttosto sciupato.
Solamente un accenno di sorriso al momento del bacio sulla guancia da parte del figlio William (prossimo in linea di successione al trono) ed uno sguardo d’intesa con la sua regina, Camilla, impeccabile e davvero elegantissima nel suo abito bianco riccamente ricamato con dettagli in oro.
Già, Camilla Parker Bowles, a lungo considerata la fastidiosa spina nel fianco della monarchia britannica.
Credo che quell’occhiata fugace tra i due coniugi coronati abbia avuto uno e un solo significato: «Questo è il nostro posto. Il nostro obiettivo dopo anni di paziente attesa è stato raggiunto».
Se non altro perché mi riferisco ad una donna che ha combattuto per l’amore di tutta una vita e, per proteggere il proprio sentimento, più volte è scesa a compromessi; una donna divorziata anticonformista e punto di rottura di tutti i protocolli reali; accusata di aver indotto Carlo al tradimento coniugale (e per questo, il rapporto tra i due è stato lungamente reputato scandaloso) accettando di essere seconda ad una rivale impareggiabile quale era Diana Spencer; ha dovuto sottostare alle disposizioni di una monarchia potente guidata da una figura ingombrante qual era quella di Elisabetta II. E poi: dicerie di corte, maldicenze giornalistiche (e non) sulla sua fisicità e moltissimo altro ancora.
Tuttavia, come ben recita il detto popolare: in amore ed in guerra tutto è lecito. Ed infatti, Camilla è rimasta saldamente e tenacemente al proprio posto: al fianco di Carlo che dal 2005 è a tutti gli effetti suo marito. Da questo momento in avanti, la regina avrà il compito essenziale di consigliarlo e sostenerlo anche nelle sue azioni in qualità di capo di stato e chissà, forse riuscirà ad attirare su di sé anche qualche simpatia.
Essere un monarca in questi nebulosi tempi di incertezza minacciati dalla diffusione di un moderno e pericolosissimo autoritarismo non sarà semplice. Per tale motivo, non posso che augurare a re Carlo III d’Inghilterra ed alla sua regina di governare con giudizio, con costanza, con diplomazia e rispetto per i propri sudditi e per tutti i cittadini del mondo.
God save the King! Lunga vita al Re!
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