LIBERAZIONE D'ITALIA: HA SENSO PARLARNE ANCORA OGGI?
Qualcuno sistiene che la ricorrenza della liberazione d'Italia (odio definirla festa considerando la scia di sangue e dolore che si porta dietro), sia qualcosa di superfluo, di superato, di inutile.
Personalmente, invece, ritengo sia imprescindibile per la storia di un popolo ricordare gli avvenimenti che nel bene e nel male ne hanno fondato l'identità.
Soprattutto quando l'avvenimento in parola collimi con il significato stesso dell'esistenza umana: la libertà da ogni forma di sopraffazione e di autoritarismo.
Tra chi sostiene che nella Costituzione italiana non sia espressamente richiamato il termine "antifascismo" e trascura che tutta la Carta Costituzionale sia essa stessa antifascista e chi si affanna ancora a ridurre il 25 aprile ad una chiassosa e colorata festa di piazza, la virtù come al solito sta nel mezzo: semplicemente ricordare per sempre per non dimenticare mai gli orrori dei conflitti (di tutti i conflitti del globo).
Pertanto, buon 25 aprile di liberazione, cara mia Italia.
Italia
Prima appesa in croce:
dilaniata,
martoriata,
distrutta.
Nera come la morte che passa.
Che passa e rapisce.
Poi liberata:
rinata,
nuova,
viva.
Rossa di sangue versato.
Bianca di candida neve.
Verde di speranzoso avvenire.
Ilina Sancineti
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