L' ANNO CHE VERRA'...
Ero oltremodo convinta che, dopo lo spaventoso duemilaventi, nessuno altro anno sarebbe stato capace di fare peggio. Le mie previsioni, tuttavia, si sono rivelate clamorosamente sbagliate e i trecentosessantacinque giorni che, finalmente, si stanno consumando, per la sottoscritta sono stati a dir poco disastrosi. A ciò si aggiunge una guerra nel cuore dell'Europa, una crisi climatica senza precedenti e una crisi energetica che sta mettendo in ginocchio i più poveri e la classe media.
Se la prima parte del duemilaventidue aveva fatto ben sperare, a partire da giugno fino ad oggi, il mio spirito è stato travagliato tanto quanto quello di un navigante che non tocca sponde amiche da tempo immemore.
Ho combattuto con problemi di salute più o meno seri, miei e dei miei famigliari (Covid19 compreso); ho perduto tragicamente una carissima e giovanissima amica; ho avuto modo di valutare persone e situazioni con occhio diverso e, inevitabilmente, più incattivito; la situazione lavorativa e, di conseguenza, quella economica è sempre oltremodo precaria, umiliante e svilente; più volte ho fatto i conti con i cattivi pensieri, con la paura del domani, con la fragilità e le miserie della vita umana; anche l’attività letteraria che pure ha avuto momenti di brillante euforia non è esplosa come speravo e, consentitemi la presunzione (una volta tanto!), come meritavo.
Non sono una persona dalle mezze misure ed il mio bicchiere non è mai mezzo pieno o mezzo vuoto. O è pieno, o è vuoto. Dunque a conti fatti un anno buio, tenebroso. Trecentosessantacinque giorni di cui, solo sforzandomi, riesco a salvare pochissimo: i forti legami di famiglia, gli affetti fedeli degli amici (quelli veri, quelli che ci sono stati), l’amore per mio marito, la passione per l’arte dello scrivere.
Cosa mi aspetto dal nuovo anno che inizierà a brevissimo?
Davvero non lo so e sento di essere del tutto incapace di progettare persino la cosa più insignificante.
Ciò che posso dirvi è che per me sarà necessariamente l’anno delle grandi decisioni e dei grandi cambiamenti. Sono consapevole che avrò ancora a che fare inevitabilmente con la morte, con le delusioni, con la crudeltà e l’arrivismo e che dovrò ancora temprare il mio animo sensibile dinanzi allo scempio d’umanità nella quale viviamo.
Forse sarà l’anno in cui smetterò di vegetare e, finalmente, fiorirò.
Questo è l’augurio che dedico a ciascuno di voi che mi leggete in questo momento e che mi avete accompagnato nell'anno trascorso.A voi che avete sofferto. A voi che avete perso qualcuno di importante. A voi che avete dato tutto e mai ricevuto nulla. A voi che non avete smesso di sperare nella rivincita dei piccoli, dei poveri, degli ultimi, dei dimenticati, degli inutili.
Fiorite. Riempite di boccioli colorati le vostre ferite, abbellite di gemme i vostri cuori e i vostri occhi, coltivate speranze e buone azioni. Sappiate rendere le vostre esistenze giardini colmi di vita e laddove s’annideranno erbe cattive e infestanti non esitate ed estirparle senza la minima pietà.
Con affetto, buon duemilaventitre a voi tutti.
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