LA QUARTA PROFEZIA: L'ULTIMA PERLA DI GLEEN COOPER
E se le profezie rivelate ai bambini di Fatima non fossero
tre, bensì quattro? E se la Vergine Maria ne avesse svelata un’altra alla
piccola Lucia dos Santos che la stessa ha nascosto perché ha giurato di non
divulgarla se non in punto di morte? E se la Chiesa ( e probabilmente il mondo intero ) fosse
minacciata dall’interno da un pericolo mortale?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che La Quarta Profezia, testo edito dalla Nord, fa sorgere nei lettori.
Lo confesso: in questo caso
sono di parte poiché il suo autore, Gleen Cooper, è senza ombra di dubbio lo
scrittore che più amo della moderna editoria.
Se nelle due trilogie precedenti La Biblioteca dei Morti e Dannati (sempre
editi dalla casa editrice Nord) Cooper ha certamente mostrato le caratteristiche di ottimo affabulatore
dall’incredibile creatività (li consiglio vivamente!) in questo suo
ultimo lavoro (laddove potesse essere possibile!) si è addirittura superato.
Dopo una partenza un po' in sordina, lo svolgimento successivo
della vicenda lascia senza fiato.
Il volume si apre con la descrizione di un losco figuro sdegnato
dalla nuova opera messa in piedi dal pontefice Celestino VI: la vendita delle
opere d’arte vaticane (nello specifico della Pietà di Michelangelo) per la
creazione di una fondazione a sostegno dei meno abbienti.
Il nuovo Papa è un personaggio originale: attentissimo agli
atti caritatevoli, devoto al proprio credo, pronto a sacrificarsi per i fedeli.
Ma è ben noto: tutti gli uomini dalle idee alternative divengono calamite per
inimicizie e malumori.
L’arrivo di una missiva anonima che gli ingiunge le
dimissioni immediate, pena altrimenti la sua stessa vita, lo induce a rivolgersi ad un
vecchio amico, lo stimato professore di Harvard Calvin Donovan, specializzato
nella risoluzione di casi spinosi e che, anni addietro, aveva già fornito il suo
supporto a sostegno del Vaticano (vedi Il segno della croce, altro lavoro
fantastico!).
La narrazione si svolge tra Italia, Spagna, Portogallo e
Inghilterra e tra antiche librerie, l’Archivio Vaticano, conventi, monasteri,
hotel.
In questo lungo peregrinare lo sciupafemmine Cal Donovan
incrocerà il cammino di Elisabetta, segretaria di Celestino VI, una giovane non
ancora quarantenne di bell’aspetto, eccezionalmente dotta e divenuta suora dopo
aver subito una terribile aggressione che l’ha lasciata in vita per miracolo.
Nell’ambito di una stretta collaborazione, tra i due inizia a
maturare un sentimento controverso e pure straordinariamente puro che mette in
crisi l’affascinante professore americano. Cal si ritroverà coinvolto in una vera
e propria lotta contro il tempo che lo porterà a conoscere individui singolari
ed a confrontarsi con gente di malaffare (ho trovato di particolare pregio lo
scontro armato con uno degli scagnozzi anti-papa che si consuma nelle ultime
pagine).
Quello che più colpisce della narrazione di Cooper è la
straordinaria capacità di modellare protagonisti e personaggi a beneficio di una prosa mai ridondante:
ognuno di loro viene presentato ai lettori in maniera così reale da instillare il
dubbio che essi esistano davvero, lì fuori, da qualche parte.
La tecnica narrativa è sopraffina. Emozionanti ed evocativi sono i flash back con i quali l’autore descrive scene di vita quotidiana della piccola pastorella Lucia dos Santos e dei suoi cugini Jacinta e Francisco Marto. Senza dubbio si tratta di un’opera pregevole anche per quel che riguarda proprio l’attività di ricerca (immagino lunga e faticosissima) e di adattamento alla narrazione della fittissima corrispondenza tra la veggente di Fatima e alcune delle personalità più importanti del Vaticano (spiccano Papa Roncalli e Papa Giovanni Paolo II).
Cooper non si perde mai, non è mai ripetitivo, riesce perfettamente
ad annodare tutte le trame di una storia, per dire la verità, anche abbastanza
complessa. Qualcosa che riesce solamente a quegli Autori che non danno vita a
prodotti qualificabili solamente come una pura operazione di marketing. Tra le sue righe si può cogliere lo strazio prodotto dalle peggiori nefandezze umane: l'odio, l'invidia, l'arroganza, la violenza. Ma anche la tendenza dei singoli verso i valori universali del bene come l'amore, la solidità dell'amicizia, il sacrificio per il prossimo.
Per farla breve e senza voler sottrarre ai lettori il gusto
di scoprire in autonomia il fascino di questo testo, La Quarta Profezia è un volume
che possiede la stessa carica emotiva di uno spettacolo teatrale. Un testo in
cui elementi diversissimi tra loro quali azione, thriller, sentimento, mistero
e storia sono amalgamati in sapiente alchimia.
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