COP 27 E CLIMATE CHANGE: NON ABBIAMO PIU' TEMPO!
"C’è qualcosa che non va, in questo cielo…" cantava Vasco Rossi nell’ormai lontano 1987.
Lo credo anche io. Anzi, ne sono certissima.
Peonie la cui fioritura è in genere prevista per il mese di aprile si
ritrovano a sbocciare in novembre; le cime più alte di Alpi ed Appennini non
sono imbiancate come dovrebbero essere; i maggiori fiumi e laghi d’Italia sono
in secca perenne; ciliegi, mandorli, rose e mimose abbozzano i loro boccioli in un periodo
dell’anno in cui le rispettive piante dovrebbero essere in quiescenza; gli
italiani anziché armeggiare con cappotti, sciarpe ed ombrelli sono costretti a “riesumare”
i costumi da bagno.
Di primo acchito tutto questo potrebbe sembrare piacevole
per gli amanti della stagione calda e per chi l’inverno lo odia con tutto se
stesso, in verità, invece, è sintomo di qualcosa di spaventoso: un mostro, un
virus letale se volete, che il nostro Pianeta cova dall’interno e di cui il
genere umano con il suo comportamento sconsiderato è il principale responsabile.
Carnefice e vittima allo stesso tempo.
In questi giorni si sta tenendo a Sharm el - Sheikh, in
Egitto, la COP 27, ovvero la conferenza mondiale sul clima che sta gettato lumi
(allarmanti!) sulla condizione di salute attuale del pianeta Terra e dei suoi
abitanti.
Ebbene, dai dati elaborati e resi noti si è evidenziato come la temperatura del pianeta sia cresciuta di quasi un grado (0,98°) rispetto ai livelli preindustriali e che gli ultimi otto anni siano stati i più caldi di sempre.
A ciò si aggiunge che quarantacinque paesi e oltre 710milioni di bambini
siano a rischio fame a causa della desertificazione delle terre, che alcune
isole tropicali siano in procinto di essere cancellate dall’innalzamento dei mari. Condizioni climatiche estreme saranno sempre più frequenti in tutto il
mondo: dalle ondate di calore che hanno colpito l’Europa negli ultimi anni, ai
disastri prodotti dalle alluvioni in Pakistan e dagli incendi catastrofici in
Australia. Numerose specie animali marine e terrestri sono a rischio estinzione
(si pensi al fenomeno dello sbiancamento dei coralli della Barriera Corallina o
alla morte per sete di numerosi esemplari di elefanti nell’Africa), gli uccelli
hanno modificato le loro rotte migratorie con conseguente negativo impatto
sugli ecosistemi e sulla biodiversità.
Questo vertice che vede coinvolti quasi tutti gli Stati del
mondo (ad eccezione di Russia, Cina, India, questi ultimi due, tra l’altro, i
più inquinanti in assoluto!) si occuperà
prevalentemente di questioni di ordine procedurale volte a regolamentare alcuni
aspetti dell'importantissimo Accordo di Parigi del 2015 che ha come scopo
fondamentale quello di cercare di limitare le emissioni inquinanti allo scopo
di rimanere nel limite di aumento di 2 gradi per fine secolo. Ma ciò secondo le
ultimissime stime sarà quasi impossibile da realizzarsi, in considerazione del
fatto che, allo stato attuale, si rischia addirittura un incremento della
temperatura fino a 2,6 gradi!
È un passo che l’Umanità non può permettersi perché si
tradurrebbe nella sua distruzione.
Questo non è il momento di ciarlare, di sfilare davanti alle
tv internazionali, di bloccare le strade o imbrattare opere d’arte con inutili ed
insensate proteste: questo è il momento di agire! Tutti. Tutti assieme.
I governi mondiali devono mobilitarsi con azioni importanti: dismettendo le centrali a carbone, riducendo il ricorso a combustibili ad alto
impatto inquinante, regolamentando il traffico delle città ed invogliando all’utilizzo
di mezzi green, privilegiando e proteggendo il verde pubblico con campagne
periodiche che prevedano l’impianto di alberi anche nei centri urbani, tutelando
le specie animali e vegetali dei propri territori.
Ma anche i singoli devono fornire il proprio contributo con
piccoli gesti quotidiani che, probabilmente, ci appariranno anche sciocchi: ad esempio
evitando lo spreco di acqua (e lo dico in primis a me stessa: “chiudete quei
dannati rubinetti quando l’acqua non vi serve più!”), spegnendo gli interruttori
inutilizzati, eseguendo CORRETTAMENTE la raccolta differenziata, avendo più cura
dei propri spazi, riducendo la temperatura dei condizionatori e dei riscaldamenti
in generale.
L’Umanità è in pericolo: il suo cancro è se stessa. E no, non è uno scherzo!
Ma forse, forse non è tutto perduto. Forse, ognuno di noi,
con atteggiamenti accorti può contribuire a fare qualcosa, ad impedire l’Armageddon.
Lo vogliamo davvero? Vogliamo davvero che il Pianeta
Azzurro, questo meraviglioso angolo di Paradiso che c’ha donato la vita, scompaia?
Ed assieme a lui, anche noi?
Svegliamoci. Il tempo a nostra disposizione sta terminando e
una volta oltrepassata la soglia, si innescherà un irreversibile processo di
morte.
Ilina Sancineti
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