CICCIO INGRASSIA: NEL 2022 RICORRONO I CENTO ANNI DALLA SUA NASCITA

Ho deciso di dedicare uno spazio all’interno del mio blog ad una delle figure più poliedriche e complete del panorama artistico italiano: un uomo che le giovani generazioni conoscono pochissimo e il cui ricordo sta man mano (ahimè) sbiadendo tra le pieghe dell’implacabile tempo.

In questo 2022 ricorrono i cento anni dalla nascita del grande Francesco Ingrassia, noto come “Ciccio” del fantomatico duetto comico Franco e Ciccio.

Ingrassia nasce a Palermo il 5 ottobre del lontano 1922 in una famiglia di umilissimi origini (suo padre era un muratore e sua madre una casalinga). Non ama per nulla l’istruzione (riesce a stento ad ottenere la licenza elementare) e preferisce dedicarsi a svariati lavoretti quali quello di calzolaio, barbiere, salumiere nel tentativo di contribuire in qualche maniera al sostentamento economico della numerosa famiglia (era infatti il quarto di cinque figli!).

Eppure, nonostante la condizione di indigenza e l’ambiente sociale in cui vive, inizia a maturare nel giovane Ciccio il primo germoglio di ciò che farà di lui, nel futuro, un degli artisti più apprezzati del cinema comico (ma non solo) italiano.

Nel 1944 con la creazione del Trio Sgambetta incomincia la sua attività professionale vera e propria che, tuttavia, subisce quasi nell'immediato una battuta d’arresto. Imperversa ovunque la seconda guerra mondiale: è un periodo complicato per l’Italia e per il mondo intero e i sorrisi sembrano una flebile utopia. Ma Ciccio ci crede, non ha intenzione di rinunciare a quello che appare solamente un sogno.

È sicuramente l’incontro casuale con Francesco Benenato (al secolo Franco Franchi) a contribuire alla sua ascesa nell’Olimpo delle celebrità.

A partire dagli anni Sessanta Ciccio costruisce, infatti, un vero e proprio sodalizio artistico con l’amico Franco che fece la fortuna di entrambi: assieme realizzarono ben 132 film (sì, avete letto bene!), alcuni dei quali memorabili capolavori immortali del cinema italiano. Ricordo ancora con affetto la loro interpretazione scanzonata nel lungometraggio musicale Il Sole a fianco di Al Bano Carrisi e Romina Power, ma anche le loro parodie western tutte da ridere!

Famosissima è anche quella piccola perla tra gli sceneggiati RAI che porta il nome de Le avventure di Pinocchio dove impersonavano il Gatto (Franco) e la Volpe (Ciccio) accanto ad una splendida Gina Lollobrigida (la Fata Turchina) e un inarrivabile Nino Manfredi (Geppetto).

Non v’è dubbio che i due attraversarono anche dei momenti di forte crisi in conseguenza dei quali Ciccio lavorò per contro proprio per un certo periodo. Fu lo zio matto nell’Amarcord di Federico Fellini e ottenne il Nastro d’Argento nel 1976 grazie alla sua interpretazione dell’Onorevole Voltrano nel film tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia, Todo modo.

Ciccio e Franco riuscirono a ricomporre le loro liti solamente nel 1980 in diretta televisiva a Domenica In all’epoca condotta da Pippo Baudo grazie proprio alla sua intercessione.

Nonostante le numerose divergenze, Ciccio fu sempre legatissimo a Franco tanto da qualificarlo in più occasioni "la più grande maschera comica del mondo".

Dal 1980 continuarono a collaborare in pubblicità (furono persino testimonial dei primi rasoi usa e getta “Bic”), in cammeo, in numerose trasmissioni televisive sia in Rai che in Mediaset (Beauty Center Show del 1983, Buona Domenica del 1985). Per Bene, bravi, bis ottennero anche il Telegatto 1984 come migliore varietà.

Dopo un malore sul lavoro, nel 1986 Ciccio si allontanò dal grande schermo e preferì dedicarsi alla carriera teatrale e a qualche comparsata di poco rilievo, fino a quando non sopraggiunse la morte dell’amico a seguito di cirrosi epatica nel 1992.

Forse anche per reagire alla scomparsa dell'insostituibile compagno, Ciccio lavorò moltissimo nei periodi successivi (ma non mancò di rifiutare parecchi ruoli) e nel 1999 fece la sua ultima apparizione in tv durante una puntata del Maurizio Costanzo Show. A seguito di gravi problemi respiratori, di cui soffriva dal 2001, si spense a Roma il 28 aprile del 2003.

Fu non solo attore, ma anche cantante, sceneggiatore, conduttore, regista e recitò accanto agli attori italiani più famosi e apprezzati: da Lino Banfi a Paolo Villaggio, da Anna Falchi a Diego Abatantuono.

Con la sua scomparsa l’Italia ha perduto senza dubbio un professionista di grande valore: un uomo che, partendo dal nulla, è riuscito con caparbietà a costruire una carriera ricca di soddisfazioni e riconoscimenti (nel 1995 il Presidente Oscar Luigi Scalfaro lo nominò persino Commendatore della Repubblica italiana).

Il suo unico rammarico fu quello di non aver ottenuto la parte di Alfredo nel film di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso, poiché ingiustamente scartato dalla produzione. 

Mi sarebbe piaciuto vedere che cosa sarebbe stato capace di mettere in scena quell’allampanato signore siciliano, col suo baffetto simpatico e l’occhio furbo di chi ha vissuto mille vite vivendone, in verità, solamente una, proprio come fosse una bella maschera pirandelliana.

 Ilina Sancineti

 

 

 

 

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