MESSAGGIO PER I VIAGGIATORI ERRANTI...
A voi tutti, benvenuti!
Una preliminare e doverosa precisazione di rito.
Perché Il Calamaio errante? Singolare, non trovate?
È presto detto: da amante della storia medievale ho pensato di individuare un sostantivo (calamaio) che richiamasse l’idea della scrittura e che, allo stesso tempo, facesse pensare a qualcosa di antico e prezioso.
La seconda parola (errante) è collegata all'idea di cultura circolare particolarmente cara alla sottoscritta. Una cultura che sia fruibile a trecentosessanta gradi e che possa arrivare veramente a tutti, a prescindere dal bagaglio di conoscenze che ognuno di noi ha a propria disposizione. A battesimo di questo progetto ho il piacere di lasciarvi in lettura una mia lirica, pubblicata nel 2018 all'interno dell’antologia Versi per Alda, edita dalla Ursini Edizioni.
Vi auguro un’ottima permanenza!
I poeti non si parlano
I poeti non si parlano,
si guardano
e si riconoscono.
Sono invisibili ultrasuoni
impigliati nel cosmo,
Sono folgori di braci,
indomabili.
Però,
con gli occhi si confessano mille cose,
con le mani si trasmettono pensieri.
Quasi soffocano in questo tempo,
velenoso.
Quasi muoiono di nostalgia,
meschina.
Però,
sono lanterne nelle tenebre più fitte,
sono innumerevoli passi di un unico cammino.
Sono giorno e notte.
E stelle.
E tempeste.
Bene e male.
E orizzonti serenissimi.
I poeti non si parlano,
si rivelano
e si riconoscono.
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